Biografia

Roberto Formato
Tra Novara e Milano
Sono nato a Novara il 29 ottobre 1965 ed ho frequentato nella cittadina piemontese il Liceo Scientifico “Antonelli”, per poi iscrivermi al Politecnico di Milano, dove mi sono laureato in Ingegneria delle Tecnologie Industriali ad Indirizzo Organizzativo (ora denominata più semplicemente Ingegneria Gestionale) nel 1990.

Ricordo gli anni del Liceo con grande piacere. Gli studi erano stimolanti e il contesto evoluto della città di Novara mi consentiva di realizzare molte attività interessanti, dalle quali traevo peraltro già una sufficiente autonomia finanziaria. Poco dopo la maturità l’amico Fabrizio, per esempio, che già allenava le giovanili di basket della Libertas Novara, mi chiese di dargli una mano a costituire una squadra autonoma, poiché la società intendeva dismettere l’attività. Fu così che – lui allenatore, io responsabile tecnico – organizzammo una squadra autonoma, rappresentata nelle varie categorie giovanili. Una bella esperienza, di cui mi rimane il ricordo dei ragazzini spensierati e dei genitori scalmanati che più volte diedero origine a contestazioni e risse su gli spalti (una provocata da una mia svista in cui non vidi un canestro e non lo riportai nel referto ufficiale di gara modificando il risultato del campo di gioco…).
A quegli anni risalgono anche le numerose ripetizioni di matematica (per studenti delle scuole superiori, i primi immigrati stranieri che frequentavano gli istituti serali, qualche studente universitario), che mi fecero apprezzare due cose: da un lato la potenza del passaparola, dall’altro quella della psicologia. Le lezioni difatti sortivano  in genere un buon effetto non tanto per le nozioni trasmesse (sarebbe bastato leggerle sui libri) quanto per l’auto-stima che cercavo di ricostruire.
Terminato il quarto anno del Politecnico, avevo appena concluso una stage nel settore logistico presso la Novaceta di Magenta, una impresa tessile del gruppo SNIA che si occupava di realizzare fibre sintetiche da acetato di cellulosa, quando al quinto e ultimo anno di università ricevetti un incarico annuale di supplenza presso l’Istituto Tecnico Agrario Bonfantini, dove per un anno insegnai matematica e fisica agli studenti del primo triennio. Fu una esperienza di cui serbo un ottimo ricordo e fui molto contento, alcuni anni dopo, di rincontrare uno degli allievi più bravi che mi raccontò di essere in procinto di laurearsi in Fisica. Inoltre, mi consentì di arrotondare un pò i risparmi, così che – in attesa della chiamata alla leva militare – mi potei permettere un viaggio di studio e avventura negli USA, dove soggiornai per un paio di mesi presso la Texas State University.
Acquisita la laurea e in attesa della chiamata alla leva militare, collaborai con alcune aziende del settore informatico tra Novara e Milano (SofteamDigisoft). Erano gli anni in cui venivano introdotti i primi PC (per chi se li ricorda: l’8086, il 286, …) e c’era una grande domanda di formazione e conoscenza. Venni chiamato così a insegnare in una serie di corsi, dall’alfabetizzazione informatica, all’impatto delle tecnologie in azienda.
Terminato il servizio militare ero comunque pronto per iniziare la “vera” la carriera di ingegnere…
L’esordio in BTicino e gli studi in Inghilterra
Congedato dal servizio militare nel settembre ’92, ebbi la fortuna di potere scegliere tra diverse pregevoli offerte di lavoro. La prima proveniva da Andersen Consulting (ora Accenture), società di consulenza americana che assumeva a piene mani ingegneri con un buon voto di laurea. La seconda, che fui in procinto di accettare, era dell’Italtel, storica società di telecomunicazioni. Fui però conquistato da BTicino, multinazionale italiana operante nel settore delle infrastrutture digitali ed elettriche per la casa, che mi affidò l’incarico di “Product Manager” all’interno di quella che allora era la Direzione Marketing e Pianificazione Strategica. In pratica ero responsabile di alcune linee di prodotto del settore delle installazioni “civili”: soprattutto l’intera e oramai consolidata linea Magic ed alcuni prodotti (tra cui la linea antifurto) della neo-nata linea Living (ora Livinglight). Una eccellente esperienza in una impresa molto focalizzata sull’innovazione e la valorizzazione delle persone, che sarebbe rimasta probabilmente la migliore tra quelle che mi sarebbe incontrato di conoscere, da dipendente e consulente. Peraltro mi consentì di fregiarmi di una formazione continua realizzata presso la Scuola di Direzione Aziendale (SDA) dell’Università Bocconi. Fin dalla mia assunzione, tuttavia, meditavo di tornare all’estero per effettuare un Master in Direzione Aziendale. Negli ultimi anni dell’Università avevo effettuato tutte le mie vacanze estive presso campus stranieri studiando francese e spagnolo (tra cui gli splendidi corsi internazionali dell’Università di Salamanca) e l’atmosfera internazionale mi era rimasta nel cuore…dopo un paio d’anni decisi così di lasciare BTicino e recarmi a Londra per frequentare un Master, tuttavia non indifferenziato ma in un settore che mi sembrava promettente: quello del turismo. Ai tempi non era facilissimo reperire informazioni (non c’era ancora Internet) e quando mi recai a Londra, ad inizio estate ’94, mi resi subito conto che a Guildford, nella vicina contea del Surrey veniva offerto un altro programma di Master, accreditato dall’Organizzazione Mondiale per il Turismo, che era in realtà più qualificato. Ne approfittai tuttavia per avvicinarmi al settore turistico e, approfittando della pausa forzata di un paio di mesi in attesa dell’inizio dei corsi a Guildford, riuscii a trovare una sistemazione presso lo storico albergo Hyde Park Hotel (ai tempi nella catena Forte) situato nel cuore del centrale quartiere di Kensington, dove operai nel settore banqueting e ricevimenti e venivo alloggiato all’ultimo piano della splendida dimora. In pratica, mi occupavo di direct marketing e soprattutto affinavo ulteriormente l’inglese oltre a trovare il tempo di fare qualche partitella a calcio lungo le sponde del Tamigi…
Da Guildford a Roma transitando per Cuneo con il (breve) passaggio in Alpitour
Da settembre ’94, per un anno vissi dunque presso il campus universitario di Guilford, dove avrei incontrato amici di varia nazionalità, che frequento tuttora (Tor, Beny, Alan, Viktor, Xavier…). Dopo un anno di intenso studio e ricerca e una tesi comparativa sui canali di distribuzione turistica in Italia e Gran Bretagna, l’Università del Surrey mi rilasciò il titolo di Master of Science in Tourism Planning and Development. Tanto mi era piaciuto studiare lassù che mi venne anche conferita la qualifica di “distinction”, che veniva assegnata ai più meritori. Il mio relatore David Gilbert, professore di marketing, ebbe modo anche di farmi assegnare un incarico di ricerca da parte di AIR 2000 (poi First Choice Airways, infine inglobata in Thomson Airways). L’idea della società era quella che vi fosse spazio per un nuovo prodotto aereo: un collegamento a basso costo eliminando alcuni servizi a bordo. Occorreva però individuare l’isocrona entro la quale aveva senso lanciarlo. Di lì a poco sarebbero nati i voli “low cost”…
La tesi di Master mi aveva nel frattempo consentito di sviluppare una serie di relazioni, soprattutto in Italia, dove guardavo con interesse al settore aereo e del tour operating. In realtà, però, l’offerta di lavoro che avrebbe segnato il mio destino lavorativo mi giunse nella maniera più inaspettata. Avevo difatti letto un articolo che parlava di una società del Ministero dell’Economia che si occupava di sviluppo turistico (era la INSUD, successivamente inglobata in Sviluppo Italia e infine Invitalia) e decisi di tentare un contatto. In realtà trovai il numero di telefono, chiamai e chiesi direttamente del Direttore Generale. Con mia grande sorpresa mi fu passato e, dopo che mi fui rapidamente presentato, mi disse che stavano proprio facendo una selezione per un ampio lavoro da svolgere in Campania, dove occorreva pianificare investimenti turistici di vario tipo. Feci rapidamente un colloquio e mi fu immediatamente offerto un contratto di consulenza per 6 mesi.
Terminata l’attività, nel gennaio del ’96, mi giunsero due offerte lavorative, una dall’intraprendente linea aerea Air Europe, con base all’aeroporto della Malpensa, l’altra da parte di Alpitour, che era il principale tour operator italiano, avente al tempo già un milione di clienti attivi. Finii con lo scegliere quest’ultimo, sebbene mi costringesse a spostarmi nella comunque bella località di Cuneo, dove aveva la sede, perché mi propose di operare come Responsabile Qualità all’interno della Direzione Marketing.  Si trattava, in sostanza, di gestire alcuni strumenti, come la Carta Blu e il Numero Blu, insieme con le altre leve del servizio clienti. Una esperienza molto formativa, con il training sviluppato presso i centri vacanza di Tenerife nelle Canarie e di Sharm El-Sheikh sul Mar Rosso, che tuttavia durò poco (solo sei mesi) perché da lì all’estate le evoluzioni che c’erano state a Roma, spinsero la INSUD a offrirmi un nuovo contratto, questa volta in maniera permamente…
Gli anni alla INSUD
Con il contratto alla INSUD giunse anche il trasferimento a Roma, dove sarei rimasto per cinque anni. Erano gli anni del primo governo Prodi, che assumeva la guida del paese dopo il turbolento periodo di Mani Pulite e l’effimera esperienza di Berlusconi. Un governo contrassegnato da un parterre di ministri di grande rilevanza, tra cui il Ministro al Bilancio e Programmazione Economica Carlo Azelio Ciampi, che intese rilanciare l’intervento dello Stato per lo sviluppo del turismo nel Mezzogiorno, chiamando alla presidenza di INSUD il manager ed umanista Giancarlo Lunati, già presidente del Touring Club Italiano e precedentemente direttore del personale alla Olivetti al tempo del grande Adriano Olivetti. Lunati, a sua volta, elevò alla carica di Direttore Generale l’ottimo Bruno Panunzi, persona di grandissimo spessore culturale (al quale è stato recentemente intitolato il Duomo di Bracciano), con il quale avevo felicemente operato nella precedente esperienza. Il tandem Lunati-Panunzi mi offrì di curare lo sviluppo dei nuovi progetti di INSUD, inaugurando quella che avremmo denominato l’Area Ricerca & Sviluppo, ovvero quella che si curava di proporre, sviluppare ed acquisire nuove commesse da parte delle amministrazioni locali, oltre che favorire nuovi investimenti da parte di partner stranieri.
In pratica operavo come “braccio destro” di Bruno, girando in lungo e il largo il Mezzogiorno. Mi fu anche consentito di creare un piccola squadra altamente specializzata, inserendo in INSUD alcune figure di grande valore, tra le quali mi piace ricordare gli amici Francesco Monaco, attualmente Capo Area Politiche di Coesione Territoriale dell’ANCI, e Giancarlo De Venuto, ora General Manager all’hotel Hilton di Lecce. Con la competenza giuridica del primo, le conoscenze turistico-manageriali del secondo e la stipula di una serie di partenariati operativi di alto livello, la squadra era completa. Quelli che seguirono furono anni di grande fervore, che ci portarono ad acquisire una serie di commesse importanti (come quella per lo sviluppo di un ampio piano di sviluppo turistico nell’area del Golfo degli Angeli in Sardegna, su commissione della Banca Europea degli Investimenti), a sviluppare progetti come quello della rete di alberghi di pregio situati in dimore storiche Pregiohotel, a collaborare con il Ministero dell’Industria per l’emanazione del decreto del 20 luglio 1998, che estendeva le agevolazioni previste dalla legge 488 al settore del turistico-alberghiero, a proporre una serie di studi di fattibilità che sarebbero poi stati approvati da Ministeri e Regioni e finanziati dal CIPE attraverso la delibera n. 70 del 1998.
Tale intensissimo periodo, sul lato umano e professionale, giunse a termine nel 2001, quando si compì il disegno di accorpamento di INSUD nella neonata Sviluppo Italia (successivamente ridenominata Invitalia). Un disegno che prendeva corpo mentre nel frattempo il Parlamento approvava la poi assai vituperata modifica del Titolo V della Costituzione, che assegnava un nuovo ruolo alle Regioni, anche se in maniera spesso conflittuale con quello del governo centrale e che di lì a poco mi avrebbe portato a lavorare presso l’amministrazione regionale della Campania.
L’anno a Pompei. Scorreva il 2001
Il passaggio alla Regione Campania fu però preceduto da un anno trascorso presso la Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Pompei. Il Cipe aveva difatti finanziato un importante studio di fattibilità, presentato dalla Soprintendenza d’intesa con il Ministero al Bilancio, relativo al sistema integrato archeologico-territoriale dell’area pompeiana, che in pratica comprendeva, oltre al sito di Pompei, anche quelli di Ercolano, Stabia, Boscoreale e Oplontis. Un sistema di eccezionale valore storico e culturale, che vantava già circa 3 milioni di visitatori, ma che si intendeva rilanciare soprattutto per farne uno strumento di sviluppo territoriale, considerato che le visite turistiche si riducevano per lo più a un “mordi e fuggi”.
Mi fu chiesto da Arthur Andersen MBA (poi scomparsa in seguito al caso Enron…) di coordinare, sul piano tecnico-scientifico, l’elaborazione dello studio, che prevedeva diversi gruppi di lavoro, rispettivamente dedicata alla fruizione dei siti archeologici (collaborando con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma), l’individuazione delle infrastrutture turistico-ricettive, il sistema della mobilità, la valorizzazione delle altre risorse territoriali, come la pietra lavica, la pasta di Gragnano
e la floricultura di Torre del Greco. Il tutto d’intesa con un qualificato gruppo di lavoro istituito dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e presieduto dal Direttore del Dipartimento Fabrizio Barca.
Fu un anno di grande lavoro e di grande gratificazione professionale, nel corso del quale individuammo una serie di progetti, alcuni dei quali rimasti ahimè sulla carta, ma altri concretamente realizzati, come ad esempio il Museo Archeologico Virtuale (MAV) di Ecolano, che confluirono poi nel progetto integrato territoriale (PIT) Pompei-Ercolano, finanziato con fondi comunitari.
Nelle istituzioni… 
Alla fine del 2001, la Giunta della Regione Campania, guidata dal neo-insediato Antonio Bassolino, decise di assumere alcuni dirigenti esterni e a me fu chiesto di occuparmi del settore Turismo, sotto la guida dell’Assessore Luigi Nicolais. Con grande entusiasmo accettai il nuovo incarico, che proseguii sino all’agosto del 2005 anche dopo l’avvicendamento alla guida dell’Assessorato con Teresa Armato.
Presso la Regione Campania mi fu affidata la responsabilità di coordinare molti progetti integrati territoriali (PIT), che al tempo costituivano il principale strumento di investimento dei fondi dell’Unione Europea per la coesione territoriale. In particolare coordinai i PIT “Isole del Golfo“, “Piana del Sele“, “Pietrelcina-Padre Pio“, oltre ad un vasto progetto di filiera denominato “Filiera Turistica Enogastronomica” che abbracciava in pratica tutte le aree interne della Campania. Nel contempo, elaboravo le Linee Guida di Sviluppo Turistico della Regione Campania (2002) e il Rapporto sul Turismo in Campania (2003).
In quegli anni promuovemmo inoltre numerose azioni di co-marketing con tour operator e vettori aerei, finalizzate a fare conoscere e commercializzare le località della Campania nei confronti dei nuovi flussi internazionali e consolidarle su quelli tradizionali. Sul primo fronte la mia attività riguardò soprattutto il mercato cinese, russo e giapponese, mentre su quelli tradizionali lavorammo molto con Stati Uniti, Inghilterra e Germania. Lo schema di intervento era ben collaudato e prevedeva l’organizzazione di roadshow nei paesi stranieri, spesso collegati a fiere o eventi culturali (come presso lo Smithsonian Institute di Washington). Successivamente venivano invitati tour operator e giornalisti sul territorio campano nell’ambito di appositi familiarization trips. Fu così che promuovemmo alcuni fondamentali collegamenti aerei diretti, come quelli da Napoli verso New York e Mosca, che avrebbero fortemente decisamente favorito i flussi turistici in entrata.
Furono numerose le innovazioni avviate. Sul piano territoriale, mi piace ricordare la rete delle “Porte e Stazioni del Gusto”: un articolato progetto che ha consentito il recupero di diversi castelli e dimore storiche in provincia di Avellino, Benevento e Caserta, per farne dei poli di accoglienza per il turismo rurale ed enogastronomico. Tra questi, il castello di Rocca d’Evandro (CE), il castello di San Barbato a Manocalzati (AV) e il Palazzo Caracciolo-Cito di Torrecuso (BN), in piene Terre d’Aglianico, destinato ad ospitare una Scuola del Gusto.
La creazione di Ingegneria del Turismo
Terminata l’esperienza in Regione Campania e dopo una breve parentesi come Direttore Turismo e Marketing Territoriale presso la Provincia di Napoli, verso la fine del 2007, in corrispondenza della pubblicazione di Ingegneria del Turismo, decisi di dedicarmi completamente all’attività di ricerca, progettazione e consulenza quale professionista autonomo. A distanza di anni posso affermare che sia stata una decisione corretta, che mi ha consentito di esprimermi liberamente e, soprattutto, di potere continuare ad aggiornarmi, sperimentare e sviluppare i filoni per me di maggiore interesse. Le principali esperienze professionali le ho riassunte in un’altra sezione del presente sito. Posso qui evidenziare che mi sono mosso “strategicamente” nelle seguenti direzioni.
1. Ho consolidato i rapporti con una serie di operatori e istituzioni, di livello nazionale, con i quali ho poi sviluppato diversi progetti e attività. Nel settore turistico-culturale mi piace ricordare Coopculture, la più grande cooperativa operante nel settore dei beni e delle attività culturali in Italia, e Federculture, la federazione che rappresenta le più importanti aziende culturali del Paese. Attraverso quest’ultima, poi, da alcuni anni insegno Strategic Marketing for Cultural Organizations presso il Master in Arts Management dell’Istituto Europeo del Design, un interessante programma post-laurea svolto in lingua inglese tra Roma e Firenze, che si rivolge soprattutto a studenti internazionali. Nel contempo, andavo approfondendo l’interesse per i temi della governance e nuovi modelli di gestione della spesa pubblica, che mi avrebbero portato, tra il 2010 e il 2012, a frequentare la Hertie School of Governance di Berlino, dove avrei acquisito il titolo di Executive Master in Public Management. Da qui, avrei poi sviluppato una attività continuativa con il Formez, Agenzia del Dipartimento della Funzione Pubblica, per la quale ho realizzato numerosi progetti di sviluppo territoriale e razionalizzazione della spesa da lì al 2015, gestendo inoltre in qualità di amministratore, l’Osservatorio della Spending Review all’interno del sito Innovatori PA.
2. Ho rafforzato l’attività internazionale, erogando diverse consulenze tra il 2010 e il 2015. Tra queste ricordo l’elaborazione del Toolkit per lo Sviluppo Turistico Sostenibile, sviluppato nell’ambito di un progetto ANCI-Ministero degli Esteri, a favore di NALAS, l’associazione delle municipalità balcaniche, e successivamente formalmente adottato dalla stessa. L’impegno in Kurdistan (Iraq) per la branch locale di ARS Progetti, quale esperto socio-economista per la realizzazione di quattro Master Plan per lo sviluppo locale, a favore delle città di Al-Shekhan, Ba’adre, Zawita e Bamarne, di cui le prime due a prevalente etnia Yazida. Un impegno svolto tra il 2013 e il 2015, affrontando tra l’altro l’aspetto dei rifugiati derivati dal contemporaneo accendersi del conflitto con l’Isis. Nel corso del 2015 sono stato inoltre incaricato dall’Università di Birzeit, quale Curricula Development Consultant, nell’ambito del Programma di Sviluppo del Turismo Rurale in Palestina, di sviluppare il piano di studi per la formazione universitaria e post-universitaria nel settore del turismo sostenibile. Nel corso dello stesso anno, sono stato incaricato dall’agenzia EASME della Commissione Europea quale valutatore indipendente del programma COSME, con particolare riferimento alla Call for propoal del 2015 destinata ai progetti transnazionali relativi al turismo accessibile.
3. Ho consolidato l’attività di ricerca e pubblicazione sui temi dello sviluppo territoriale. Questa si è sostanziata nella pubblicazione, nel 2009, del volume “Cicloturismo. Strategie di sviluppo e benefici per le destinazioni turistiche“, che ha incontrato un notevole interesse tra gli addetti ai lavori ed ha propiziato ulteriori attività progettuali, tra cui quelle con Ediciclo Editore, e il progetto prototipale “Termoli in bici“, sviluppato con l’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Termoli a valere sull’area marittima del Molise. Successivamente agli studi presso la Hertie School di Berlino ho poi ideato e pubblicato, con il supporto dell’amico Ivo Allegro, il volume “Smart Spending. Strumenti e metodi per migliorare la spending review negli enti locali (e non solo)“, che propone un approccio innovativo per rendere le politiche pubbliche più trasparenti ed efficaci. Tale attività ha poi trovato un suo sbocco nel contratto di ricerca siglato con l’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (IRISS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per il quale, nel corso del 2015, ho approfondito in particolare il tema della governance delle destinazioni turistiche, con un intervento anche alla Conferenza Internazionale T-forum svoltasi a Napoli tra il 4 e il 7 maggio 2015.
4. Infine, di particolare rilievo sotto il profilo applicativo, è stato l’impegno maturato a livello locale, che ha consentito di attuare e sperimentare molti dei concetti sviluppati nell’attività di ricerca. Questo ha preso tra l’altro la forma del sostegno a favore dell’Unione dei Comuni della Città Caudina, che deve la sua nascita e attuazione proprio all’azione di stimolo e sostegno svolta a favore dei governi locali. A partire dal 2008 questa ha difatti portato a curare direttamente una serie di progetti, tra i quali l’elaborazione del Piano d’Azione Congiunto per l’Energia Sostenibile (JOINT PAES), pubblicato sul sito del Covenant of Majors di Bruxelles nell’ottobre 2015, e il Piano di Riqualificazione e Sviluppo del Centro Commerciale Naturale della cittadina di Montesarchio (BN), che ospita la sede dell’Unione dei Comuni. Inoltre, il progetto di avvio e gestione dell’Urban Center , attraverso un trasferimento di esperienze dall’Unione dei Comuni della Valdera, approvato dal Ministero dell’Economia ed ora affidata all’Agenzia per la Coesione Territoriale.

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